Siamo un nome

Prometeo: La morte è entrata in questo mondo con gli dèi. Voi mortali temete la morte perché, in quanto dèi, li sapevate immortali. Ma ciascuno ha la morte che si merita. Finiranno anche loro. 

Eracle: Che dici?

Prometeo: Tutto non si può dire. Ma ricordati sempre che i mostri non muoiono. Quello che muore è la paura che t’incutono. Così è degli dèi. Quando i mortali non ne avranno più paura, gli dèi spariranno.

Eracle: Torneranno i Titani?

Prometeo: Non ritornano i sassi e le selve. Ci sono. Quel che è stato sarà. 

Eracle: Ma foste pure incatenati. Anche tu. 

Prometeo: Siamo un nome, non altro. Capiscimi, Eracle. E il mondo ha stagioni come i campi e la terra. Ritorna l’inverno, ritorna l’estate. Chi può dire che la selva perisca? O che duri la stessa? Voi sarete i Titani, fra poco. 

Eracle: Noi mortali?

Prometeo: Voi mortali – o immortali, non conta.

(Cesare Pavese – La rupe)