L’efficienza del diseconomico

Il manager culturale lavora al patto fra l’arte e la sua organizzazione, al “contratto estetico” fra il realizzatore dello spettacolo e il suo pubblico; crea le condizioni per sostenere l’espressione artistica, conosce le prassi dell’artista, deve esserne un po’ complice e insieme rimanere più oggettivo di lui; detiene la strategia, approccia “culturalmente” la pianificazione, deve sapere guidare e prevedere.; il suo cerca di essere un undermanagement, un management “invisibile”, leggero, rapido, ma anche esatto e molteplice; deve rendere attive le informazioni e soprattutto le conoscenze; deve creare “l’efficienza del diseconomico”.

(Franco Ferrari – Qualityshow)